LE MADRI DI ALEPPO

Polvere e fumo fra le macerie di un dolore senza tempo

e lacrime antiche a dissetare

le radici della terra.

C’è odore di morte sulle pietre insanguinate

e il pianto delle madri

mentre stringono al grembo freddo

poveri corpi esanimi.

Accarezzano riccioli di vento e di sabbia

sul capo reclinato in un abbandono

più grave del sonno

adesso che la morte con ali scure

ha disegnato l’orlo di un cielo capovolto.

Si vestono di silenzi le madri di Aleppo

per cercare ombre dolci dietro angoli d’azzurro

mentre la notte trascina stelle

nella desolata oscurità.

L’ultimo viaggio terminato all’alba della vita

e l’anima sospesa in un refolo di brezza.

Si distendono le tenebre e un brivido sul cuore è la notte

che scende sulle labbra gelide degli assenti.

Sono figli di un dio minore i bambini di Aleppo

sorpresi in un oscuro agguato di morte,

i loro passi lievi non lasciano più tracce,

solo orme dolci nel lento declinare dei giorni.

Ma a volte bisbigli di vento nella quieta malinconia della sera

sembreranno voci che ancora chiamano,

a un passo dal silenzio, a un passo dal cuore.

 

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